Transizione energetica per un impatto ambientale sostenibile

Ultima modifica 26/11/2020

Per transizione energetica si intende il cammino verso un’economia sempre più sostenibile, che sceglie cioè di utilizzare energie rinnovabili, tecniche di risparmio e sviluppo sostenibile.

Cosa possono fare le singole famiglie per essere parte integrante di questa transizione?

Il cambiamento deve coinvolgere tutti, a partire dalla scelta consapevole della migliore offerta luce e gas per tenere sotto controllo i consumi e i costi. Il primo passo è quello di affidarsi ai fornitori di energia più sensibili al tema della sostenibilità e che stanno compiendo passi concreti nella direzione giusta. Oltre a ciò è importante, ad esempio, fare acquisti e scelte più mirate e consapevoli per quanto riguarda tutti gli aspetti relativi alle spese di casa, dalla spesa alimentare e di arredamento, alle bollette allo smaltimento dei rifiuti.

L’interesse a livello europeo per questo tema sembra essere in forte crescita, e ciò è reso evidente dalle nuove direttive che puntano molto sulla svolta ecologica del pianeta. In particolare per quanto riguarda la transizione energetica sembra che da qui al 2050 l’energia derivata dal fotovoltaico e dall’eolico costituirà quasi la metà della fornitura di energia elettrica a livello mondiale, il tutto favorito dalla progressiva riduzione dei costi delle fonti rinnovabili che quindi passeranno ad essere sempre più utilizzate a livello globale.

Si parla di transizione proprio perché è un momento di passaggio per un futuro che ci auguriamo possa avverarsi, e che fortunatamente, in maniera graduale ma solida, sta prendendo piede in tutto il mondo. Si sta lentamente passando da una produzione basata quasi esclusivamente su fonti energetiche non rinnovabili, come lo sono il petrolio e il carbone, a fonti che invece sono rinnovabili anche “potenzialmente” all’infinito. 

“Potenzialmente” perché in realtà le fonti rinnovabili non lo sono all’infinito ed essendo naturali, per rigenerarsi hanno bisogno di tempo. Più le risorse sono sfruttate più se ne riduce la produzione e questo è un aspetto da tenere in grande considerazione.

Si tratta però di uno dei pochi svantaggi, o meglio, di una delle poche difficoltà legate all’uso delle fonti rinnovabili, che di per sé è assolutamente positivo e auspicabile. Un altro fattore da tenere in considerazione è il carattere aleatorio delle stesse fonti di energia.

Cosa significa aleatorietà delle fonti?

Significa che, essendo naturali, sono inevitabilmente legate ai fenomeni naturali e perciò la loro produzione non è sempre prevedibile. La possibilità di utilizzarle è legata alla disponibilità della risorsa nel momento in cui se ne ha la necessità.

Ad esempio, la possibilità di utilizzare l’energia idrica e l’energia eolica è legata necessariamente alla quantità e frequenza delle precipitazioni o alla forza e frequenza del vento in una determinata area. 

L’emergenza di un cambiamento

La transizione energetica è più che mai necessaria e urgente in quanto siamo arrivati a un punto di non ritorno. Lo sfruttamento continuato di risorse non rinnovabili ha infatti portato a conseguenze molto gravi per il benessere del nostro pianeta e, in alcuni casi, irreversibili se non si provvede quanto prima all’azione.

Tra queste ci sono anzitutto l’inquinamento atmosferico e idrico e, in secondo luogo, l’esaurimento delle risorse naturali del pianeta. Una vera e propria violenza ai danni di interi ecosistemi nei quali anche l’essere umano stesso è ovviamente inserito e vive.

Al giorno d’oggi purtroppo l’utilizzo dei combustili fossili non rinnovabili è ancora predominante, ecco perché un cambiamento è quanto mai urgente. Si tratta senza dubbio di un percorso lento e graduale ma deve diffondersi la consapevolezza che il passaggio verso l’utilizzo di fonti rinnovabili deve essere progressivo ma inesorabile. 

Stiamo per fortuna assistendo alla lenta sostituzione degli impianti di produzione classici, basati sul consumo dei combustibili fossili, con delle moderne tecnologie che sfruttano le fonti rinnovabili o a una conversione di quelli già esistenti, che è altrettanto importante. Non serve infatti ripartire sempre da zero, molto spesso è più opportuno trasformare e potenziare impianti già esistenti, rendendo la produzione più efficiente e sostenibile e riducendo così anche i consumi e l’impatto ambientale. 

La transizione a sistemi energetici sostenibili si basa in gran parte anche sull’adesione e sulla partecipazione del singolo cittadino alle iniziative green promosse spesso da enti pubblici e associazioni. Idee che provano a generare una coscienza e una responsabilità civile nei confronti del territorio in cui si vive. Spesso però avviene che una parte non indifferente della popolazione non è nelle condizioni di poter partecipare alla transizione perché non ha mezzi sufficienti per farlo. 

Pertanto, le prime grandi protagoniste della transizione sono e dovranno essere le industrie cosiddette “energivore”, le quali, al di là del loro campo di specializzazione dovranno rispettare le leggi e gli accordi nazionali e internazionali, non solo per obbligo morale ma ovviamente anche per legge. 

Tra gli accordi più importanti in materia c’è sicuramente l’Accordo di Parigi del 2015, con il quale 197 paesi hanno siglato il loro impegno nell’intraprendere azioni concrete ed efficaci con lo scopo di rallentare il cambiamento climatico. Fino ad oggi sono 157 i Paesi che hanno definito i loro obiettivi nazionali per raggiungere quello comune, ovvero evitare che l’innalzamento della temperatura terrestre non superi i 2°C.

Il nostro paese, nello specifico, ha recentemente definito un Piano Integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC) in cui vengono definiti gli obiettivi e le azioni concrete che si vogliono intraprendere per arrestare o limitare i cambiamenti climatici.

Una delle sfide più ambiziose e urgenti di cui si parla nel PNIEC è sicuramente la riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030. È per questo che si sta assistendo al passaggio graduale del sistema elettrico nazionale da un modello centralizzato ad uno distribuito e integrato.

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