Stili di pittura: dall’ età preistorica alle avanguardie

I diversi stili pittorici sono moltissimi e in buona parte possono essere associati ai periodi storici in cui sono nati o si sono sviluppati, almeno fino alla contemporaneità, dove la situazione s’è andata a complicare non poco.Parlare dei vari stili di pittura apre quindi a questioni stilistiche, ma anche e probabilmente soprattutto storiche. Attraverso l’analisi degli stili si può di fatto fare storia dell’arte. Andiamo ad analizzare quindi tutti gli stili di pittura dall’età preistorica ad oggi.

Stili di pittura preistoriche

maestro delle caverne

In realtà la pittura inizia ancor prima della storia dell’arte o della storia in genere. Visto che la storia inizia per convenzione con la nascita della scrittura e l’uomo ha iniziato a dipingere prima di scrivere. Si parla infatti di pitture preistoriche, effettuate ad esempio sulle pareti delle grotte nelle quale i primi uomini trovavano riparo.

Pittura antica: greca e romana

Se parliamo di arte antica, ad esempio Greca o Romana, spesso ci focalizziamo su architettura, scultura, manufatti in terracotta, come vasi, anfore, ecc. Mentre se parliamo di arte moderna o contemporanea molto spesso ci si concentra sulla pittura. Le ragioni sono molteplici.

Quel che è importante chiarire subito è che la pittura era usata e anche ben sviluppata, anche tra gli antichi, ad esempio nella civiltà romana classica.

I romani assimilarono in larga parte la pittura greca, imitandone i modelli e le tecniche in modo analogo a quanto fecero con la scultura.

La riscoperta della pittura romana

Le prime serie indagini archeologiche ad Ercolano risalgono al 1738, quelle a Pompei al 1748. Si conosceva già la pittura romana anche in precedenza, ma è da quel momento in poi che è stata soggetta ad una forte riscoperta.

Le condizioni di preservazione assolutamente uniche delle città vesuviane di Pompei, Ercolano e Stabia, hanno permesso il ritrovamento di grandi quantitativi di pitture, soprattutto affreschi parietali.

Le pitture pompeiane sono tra le più note e ampiamente studiate e sono databili tra il II secolo a.C. e la data della catastrofica eruzione del Vesuvio, ovvero il 79 d.C.

Altra importante risorsa per chi vuole vedere delle pitture romane sono poi i ritratti su tavola delle mummie del Fayyum in Egitto, databili tra la fine del I secolo a.C. e la metà del III secolo d.C.

Stando proprio a Roma, invece, degli esempi di pitture decisamente notevoli, si hanno nelle case del Celio, dove si possono ammirare esempi non distanti stilisticamente dagli esemplari pompeiani.

Stili di pittura pompeiani; tutti sui 4 stili

La pittura pompeiana si può dividere in 4 differenti stili.

stili pompeiani di pittura
stili di pittura pompeiani

Il primo è uno stile decorativo, che prevedeva la suddivisione degli spazi in fasce, alcune delle quali con rilievi a stucco. Nel secondo stile si imitavano architetture con effetti scenografici. Nel terzo stile si raffiguravano anche elementi naturali e mitologici. Nel quarto stile si riprendono le architetture del secondo, ma con maggiori elementi fantastici e ricercando effetti ancor più sorprendenti.

Stili di pittura Medievale

Da sempre, si tende ad associare l’idea stessa della pittura medievale all’immagine sacra, questo sia nel mondo cristiano d’Occidente che in quello d’Oriente. Nonostante sia sempre rimasta viva una produzione pittorica destinata anche ad ambienti profani, è innegabile come le testimonianze artistiche più estese e significative dell’arte figurativa di questo periodo si collocano fondamentalmente negli edifici di culto.

L’arte cristiana tra la tarda antichità e i primi secoli del Medioevo venne fortemente influenzata da tematiche e modelli elaborati nelle epoche precedenti. Fu però con Bisanzio che la pittura medievale si definì nella sua piena maturità: l’arte bizantina (330-1453) è solo uno degli aspetti dell’arte medievale, ma è anche vero che è probabilmente quello che si può definire come il suo asse portante.

In seguito allo scisma iconoclasta seguito al secondo concilio di Nicea nel 787, furono le forme e lo stile codificati e canonizzati a Bisanzio quelli destinati a diffondersi universalmente in tutto il mondo cristiano, anche se come ovvio con numerose varianti locali, in particolare differenziate tra oriente e occidente.

Cappella degli Scrovegni – Giotto

Il Trecento è artisticamente legato all’evoluzione di importanti fattori politici, culturali e sociali e segnato dalla determinante presenza di alcuni artisti che nei primi decenni del secolo diedero forma, nelle loro opere, ad un nuovo concetto di spazio e di rappresentazione della realtà. Questi aspetti, di fondamentale rilevanza, si manifestano nella tendenza ad una “pittura di Storie” successivamente divenuta una sorta di “cronaca illustrata”. Pensiamo ad esempio alle opere di Giotto.

Stili di pittura nel Rinascimento

La prima rivoluzione stilistica della pittura rinascimentale si deve a Masaccio, artista che era amico di figure come Filippo Brunelleschi e Donatello.

Già nell’opera giovanile di Masaccio si nota l’uso della prospettiva lineare centrica, messa a punto da Brunelleschi pochi anni prima. Veri punti di rottura con la tradizione precedente furono i suoi affreschi della Cappella Brancacci (1424-1427) e della Trinità (1426-1428), dove oltre alla prospettiva fondamentale è la ricerca di realismo. Masaccio morì giovane, ma la sua lezione non andò perduta, venne infatti ripresa dai suoi primi allievi, tra i quali Filippo Lippi e in seguito da nuovi maestri come Paolo Uccello, Beato Angelico e Andrea del Castagno.

Il Quattrocento italiano conobbe una straordinaria ricchezza di sfaccettature, contemporaneamente a Venezia c’erano figure come quella di Giovanni Bellini, che sull’esempio di Antonello da Messina svilupparono una crescente sensibilità al colore e al paesaggio, con accenti intensi anche sull’umanità dei personaggi rappresentati. Vennero così gettate le basi dei successivi sviluppi della pittura “tonale” di Giorgione, Cima da Conegliano e Tiziano.

Botticelli – nascita di Venere

A Firenze una nuova generazione di artisti seguì l’esempio della produzione matura di Filippo Lippi, ponendo l’accento soprattutto sull’armonia del disegno e della composizione. Sandro Botticelli fu interprete dell’ideale dell’armonia laurenziana e Filippino Lippi anticipò le inquietudini del Manierismo.

Gli ultimi decenni del secolo videro la formazione di nuovi linguaggi che, grazie all’attività di autentici geni, presero forma, ad esempio con lo sfumato di Leonardo da Vinci, il colorismo e la monumentalità di Perugino (che fu maestro di Raffaello), il titanismo del giovane Michelangelo.

Pittura manierista

Rosso-Fiorentino – Pietà

Il manierismo è una corrente artistica italiana del XVI secolo, diffusasi poi nel resto d’Europa con buon successo, il suo nome deriva da “maniera” che nel ‘400 era sostanzialmente un sinonimo di stile.

Il significato di “maniera” di cui c’è ampia traccia, ad esempio nell’opera vasariana, venne successivamente trasformato in “manierismo” nei secoli XVII e XVIII, assumendo una connotazione decisamente più negativa. I pittori “manieristi” erano infatti considerati come artisti che avevano colpevolmente smesso di prendere a modello la natura, secondo quando previsto dagli ideali rinascimentali, per ispirarsi esclusivamente allo stile dei tre grandi maestri del Rinascimento: Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello.

Pittura Barocca

Paolo De Matteis – Trionfo e gloria dell’Immacolata concezione

Con pittura barocca si intende lo stile pittorico che conobbe la sua massima diffusione nel XVII secolo, a partire da Roma, estendendosi poi in quasi tutta Europa, fino al XVIII secolo.

Il termine barocco può indicare per convenzione quello che sta tra il manierismo e il neoclassico, ovvero movimenti anche molto diversi tra loro da un punto di vista stilistico, come il classicismo emiliano, il caravaggismo, il rococò, ecc.

In senso stretto però la pittura barocca è un fenomeno dai confini decisamente più definiti, nasce a Roma verso il 1630 coi lavori di Giovanni Lanfranco e di Pietro da Cortona, che raccolgono e sviluppano una serie di fermenti culturali precedenti, guardando ad esempio a Rubens, Guercino e lo scultoree di Gianlorenzo Bernini.

La pittura barocca è molto decorativa e scenografica e riprende spesso le architetture tipiche di questo opulento stile.

Pittura Neoclassica

Ingres – la grande odalisca

Il Neoclassicismo fu una tendenza culturale sviluppatasi dopo la metà del 1700 e continuata sino ai primi decenni del secolo successivo. Nacque in reazione al tardo barocco e al rococò e si ispirava fortemente all’arte antica e alla sua estetica.

In particolare si guardava al modo greco-romano, sia nell’architettura che nelle arti visive. Una delle prime testimonianze di questo approccio con una evidente aspirazione neoclassica è quella dello stile noto come neo-attico, così definito dall’archeologo e storico dell’arte Friedrich Hauser nel 1889.

Il Neoclassicismo si diffuse presto in Francia e in questo paese, in particolare se parliamo di pittura, produsse alcuni dei suoi migliori esiti, grazie ad artisti come Jacques-Louis David e Jean Auguste Dominique Ingres. Questi ed altri maestri di quella generazione si recavano spesso in Italia, in particolare presso gli scavi di Pompei ed Ercolano, proprio per studiare dal vero reperti e manufatti antichi.

Anche nelle sue forme più decorative il Neoclassicismo ebbe un marcato significato politico, che non sempre viene ricordato e valorizzato a dovere. Questo aspetto raggiunse il suo apice durante l’età napoleonica soprattutto al tempo dell’Impero. In quel momento le memorie romane e i gloriosi fasti del passato rappresentarono agli occhi della borghesia francese un modo per sentirsi ancor di più “padrona dell’Europa”. In pratica tutto il repertorio mitologico della classicità fu ripreso e ampiamente sfruttato per raffigurare, ad esempio, Napoleone nelle vesti di Giove.

Pittura Romantica

Il Romanticismo è stato un movimento artistico e culturale sviluppatosi al termine del XVIII secolo ed ebbe origine in Germania.

Se ci concentriamo sugli stili di pittura che possono rientrare nel Romanticismo, dovremo fare una fondamentale distinzione tra un primo e secondo periodo. Questa dicotomia è tra pittoresco e sublime, due modi di percepire e rappresentare la natura.

Il romanticismo dei primi anni è figlio del neo classicismo che l’ha preceduto e ne raccoglie l’eredità. Nel ‘700 c’era stata una riscoperta dell’antichità e dell’archeologia, che non sparisce certo nell’Ottocento.

Stili di pittura
Thomas Gainsborough, Paesaggio

Il Pittoresco è uno stile eclettico, che si lega anche alla passione per il mondo popolare e folcloristico, miscelando elementi idilliaci, agresti, bucolici, alberi dai rami contorti e rovine dell’antichità.

Il sublime segna un’evoluzione del gusto e quindi dello stile. Il concetto di bello e di “romantico” cambia e si passa dal piacevole al terribile, ci si emoziona spaventandosi o comunque inquietandosi davanti a concetti come vuoto, oscurità, solitudine, ma anche luce e immensità.

Stili di pittura
Il naufragio della speranza, Caspar David Friedrich

Abissi profondi, cavità tenebrose e inesplorate, ma anche catastrofi naturali, naufragi e altri eventi tragici, sono ispirazione per i pittori di questo periodo.

Stili di pittura: Impressionismo

Ninfee di Monet

Lo stile impressionista si esprime attraverso piccole pennellate, tocchi o punti di colore. L’immagine viene frammentata in modo concettualmente non distante da quello che avviene oggi, nel mondo digitale con i pixel, che sono punti luminosi e colorati.

In genere gli impressionisti dipingevano all’aperto (en plein air), in modo piuttosto veloce e spontaneo, in contrapposizione con i pittori a loro contemporanei e con quelli che li avevano preceduti e per questo erano poco apprezzati.

Negli ultimi decenni sono invece divenuti popolarissimi, anche grazie a importanti mostre, cataloghi ed eventi che ne hanno fatto conoscere e apprezzare le opere e la filosofia ad un pubblico vasto e variegato, composto anche da molti soggetti che in genere si interessano poco all’arte.

Stili di pittura delle avanguardie

Stili di pittura
Aeropittura futurista: dettaglio centrale dell’opera “Prima che si apra il paracadute” (Tullio Crali, 1939)

In ambito artistico e letterario si parla di avanguardie storiche in riferimento a quei movimenti, stili di pittura e gruppi nati alla fine del XIX secolo e affermati nei primi decenni del XX: cubismo, simbolismo, fauvismo, futurismo, espressionismo, dadaismo, ecc. Le avanguardie furono fortemente impegnate in un profondo rinnovamento, sperimentato nei vari linguaggi artistici e creativi e alimentato non poco anche da ideologie politiche.

Le avanguardie storiche si sono poste in forte e polemica contrapposizione con la tradizione culturale ufficiale, arrivando a mettere in discussione anche la stessa natura dell’arte e riflettendo parecchio sul suo rapporto, a veri livelli, con la società.

Lorenzo Renzulli

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