Descrizione
Collezionare arte contemporanea può essere una buona idea? È facile iniziare? Quanto bisogna spendere e questo potrà rivelarsi nel tempo un buon investimento?
L’arte è prima di tutto un bene comune da tutelare e valorizzare al meglio, ma può anche essere un bene molto interessante sul quale investire con soddisfazione il proprio denaro. Non parliamo per forza di grandi somme, si tratta quindi di un investimento adatto praticamente a tutti, o meglio, senza dubbio interessante per quelli che apprezzano l’arte, la cultura e la bellezza in genere.
Il valore dell’arte non lo fa il suo prezzo, ma il suo posto nella società e nell’affermazione di un’identità culturale. È quindi, come si evince praticamente da subito, piuttosto complicato assegnare un valore all’arte tradotto in denaro, visto che per sua natura questo è incommensurabile.
D’altro canto valore e prezzo sono elementi fondamentali dell’economia, che sono indispensabili anche per questo settore, consentendo peraltro l’esistenza e lo sviluppo dell’arte stessa, oltre che dell’attività di collezionisti e veri e propri investitori.
Arte ed economia sono due universi che potrebbero sembrare distanti, ma in realtà si sono sempre relazionati nel corso della storia. Il sistema culturale (e quindi anche quello artistico) ha una valenza economica. L’arte è sempre stata (anche se in modo diverso) oggetto di commercializzazione, sottostando a tutti quegli aspetti tipici dello scambio economico. Questo si è poi molto accentuato in epoca contemporanea.
L’economia dell’arte analizza i riflessi economici che l’arte ha nel mondo dell’economia e viceversa. Sono mondi strettamente collegati.
Oggi si può parlare di “economicizzazione dell’arte” a cui corrisponde una progressiva “culturizzazione” dell’economia: così come l’economia ha un ruolo fondamentale nel mercato artistico, anche il capitale culturale sta assumendo sempre più importanza per gli individui e le imprese.
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