Ultima modifica 12/12/2019
Lavori in casa, cancellato bonus in fattura, di cosa si trattava e come mai è stato eliminato? La commissione Bilancio del Senato, con un apposito emendamento, ha deciso di rimodulare lo strumento che permette di ottenere immediatamente uno sconto in fattura nel caso di lavori in casa, pari al valore delle detrazioni previste.
Lo sconto in fattura per i lavori in casa di cui si era molto parlato, ora è stato cancellato, andando a riscrivere il passaggio del decreto crescita che l’aveva introdotto. Dal primo gennaio 2020 non sarà quindi più possibile ottenere dal proprio fornitore (impresa edile o professionista) il bonus, che sostanzialmente era un anticipo sulla relativa detrazione fiscale.
Rimane aperta un’altra strada però, quella della cessione del credito. Soddisfazione tra le Pmi contrarie da sempre alla misura, mentre l’Ance critica il nuovo intervento del Governo e ne chiede una rimodulazione significativa. L’emendamento che ha di fatto cancellato il bonus in fattura nato da un’idea di Roberta Toffanin di Forza Italia ha preferito eliminare, piuttosto che rivedere, come si era ipotizzato da più parti nelle scorse settimane, lo sconto.
Prima di quest’ultima modifica, per gli interventi di efficientamento energetico e di messa in sicurezza antisismica si aveva diritto ad un contributo, in forma di sconto, fatto direttamente in fattura da chi eseguiva i lavori e pari al corrispettivo dovuto come bonus fiscale. In sostanza il fornitore anticipava il bonus e questo avrebbe dovuto incentivare gli interventi, ma non sarà più così. Salvo altri, ormai decisamente improbabili, colpi di scena di fine anno.
Per l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), la cancellazione totale del meccanismo dello sconto in fattura si concretizza in un danno sia per i cittadini che per le imprese del settore. C’erano per l’Associazione altre strade percorribili, come una limitazione degli importi anticipabili, senza dover arrivare ad una totale eliminazione.
Lorenzo Renzulli
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