Ultima modifica 11/07/2023
Sin da piccolo Tommaso, adorava prendere le pentole, metterle a terra, e batterci sopra le manine o le malcapitate cose che gli giravano intorno. La musicalità nei bambini è un’aspetto importante, per esplorare le loro emozioni, ma anche per farli approcciare al mondo della musica divertendosi. In questo articolo vedremo perchè insegnare musica ai bambini piccoli, da che età iniziare e quali strumenti musicali utilizzare! Ti mostro anche il mio piccolo angolo musicale che ho ricreato nella cameretta di Tommaso, uno spazio tutto per lui, alla sua portata.
Voglio essere sincera, questo articolo l’ho scritto in collaborazione con un’insegnante di musica per bambini, ho studiato mappe concettuali e metodi di apprendimento per poter scrivere un articolo completo e corretto. Sei pronto? Iniziamo!
la musica, se si vuol credere ch’essa esiste ed è linguaggio espressivo, consiglia tutto ai bambini liberi, ritmo ed interpretazione del pensiero musicale con atteggiamenti e movimenti del corpo e dell’anima”
M. Montessori.
Indice
Come creare in casa un angolo musicale per bambini?
In questo scatto, ti mostro l’angolo musicale che ho creato per la cameretta di Tommaso. Come vedi, nell’adorabile casetta in legno Eminza, ho inserito gli strumenti musicali che più piacciono a mio figlio;
- un tamburello a sonagli
- una chitarra adatta alle sue dimensioni
- un coloratissimo xilofono Maisons du Monde, con bacchette in legno poggiate sul simpatico orsacchiotto (preso sempre dallo shop online Eminza)
In camera Tommaso, ha anche una pianola, a cui ho attaccato delle strisce colorate sui tasti, in modo da abbinare il colore alla nota specifica. Ma questo lo analizzeremo più avanti, sul metodo migliore per insegnare la musica ai bambini piccoli.
Leggi anche: Come arredare la cameretta montessori 3-6 anni
Perchè insegnare la musica ai bambini?
Perchè questo li aiuta ad elaborare le loro cognizioni, sia mentali sia fisiche. Infatti tramite la musica riescono a coordinare pensieri e movimenti. Attraverso la musica, c’è il ritmo, e questo li aiuta nelle loro manifestazione sensoriali e di movimento.
Sviluppo mentale e fisico del bambino
E’ risaputo che le fasi più importanti per lo sviluppo mentale di un essere umano corrispondono ai primi anni di vita. È proprio in questo primo periodo che i bambini sviluppano i primi modelli di apprendimento e la sua sicurezza nell’affrontare il mondo che lo circonda.
Ad esempio, attraverso il disegno il bambino rappresenta ciò che vede, ciò che comprende, il significato delle cose e persone che fanno parte della sua quotidianità. Disegna su tutti i tipi di superfici che incontra come carta, pavimento, mobili. Inizia a 18 mesi circa, a seconda della sua maturità sensoriale, degli occhi, delle mani, del cervello.
Tutti i suoi sensi lavorano insieme e portano il bambino ad interagire con il mondo che gli appartiene. Così vale per la musica.
Quali sono i benefici della musica nei bambini?
I migliori pedagogisti della storia, hanno da sempre dato un grande peso alla musica, per adulti e bambini. La musica è di aiuto in ogni fase dello sviluppo infantile, che sia motorio, intellettuale, emotivo o del linguaggio.
La musica permette di scoprire nuove sensazioni e aiuta la mente e corpo al coordinamento. Inoltre, imparare canzoni e ninna nanne aiuta il bambino a rafforzare capacità mnemoniche e ricordare il suono delle parole e capirne il significato.
Si puo dire che la musica nei bambini ha i seguenti benefici:
- è un’esperienza sensoriale imperdibile
- stimola il ritmo e la motricità
- stimola e migliora il linguaggio
- aiuta nella socializzazione e nel rapporto con gli altri
- è un valido aiuto anche per i bambini con difficoltà attraverso la musicoterapia
Quando insegnare musica ai bambini
Sin da quando sono in pancia! Infatti, è risaputo che la musica fa rilassare i bambini nella pancia della mamma, ecco perchè spesso si fanno ascoltare melodie di musica classica (ed ecco perchè io che ballavo reggaeton ho dato vita ad un bambino molto molto attivo…).
Sin dai 2 anni invece, è possibile insegnare ai piccoli, cos’è la musica, il ritmo e le note musicali, con il famoso metodo della musica a colori. Questo non significa semplicemente mettergli quindi una chitarra tra le mani, bensì avviare il bambino ad un percorso musicale, basato in primis sull’ascolto di brani musicali tratti dai più vari repertori, di generi e il più possibile differenti, anche di musica cosiddetta “classica” o jazz.
Dai 3 anni proprio invece si può iniziare con uno strumento musicale abbinato all’uso consapevole della loro voce. Quindi, che sia uno xilofono, la tastiera, chitarra o un tamburello, i bambini già da questa età possono iniziare a conoscere il ritmo e la coordinazione interfacciandosi con il suono che più gli piace.
Dai 4 ai 6 anni si abbina allo strumento anche lo sviluppo della creatività musicale ed è possibile iniziare percorsi più strutturati e graduali, come ad esempio un primo corso musicale.
Come scegliere lo strumento musicale giusto per il proprio bambino?
Ogni bambino ha il suo carattere e sue preferenze. Non è semplice capire sin da così piccoli per quale strumento sono portati, Assecondate le loro preferenze e fate mente locale rispetto ai pro e contro di ogni strumento.
Quali sono gli specifici metodi di apprendimento musicale per i bambini?
Sono tantissimi sono i percorsi a disposizione dei genitori, tra i più famosi ci sono: il metodo Suzuki, che si fonda sull’apprendimento per imitazione; il metodo Yamaha, che porta i bambini al riconoscimento immediato dei suoni e delle parole attraverso l’ascolto; e il metodo Gordon, che si basa sull’apprendimento naturale della musica.
Esistono corsi musicali e pre-accademici a partire dai 4 anni, impostati in forma ludica oppure con metodi tradizionali, in cuole private ma anche al Conservatorio per qualcosa di più strutturato.
Ma andiamo a vedere i principali metodi di apprendimento musicale che prendono il nome dal loro fondatore:
- Willems
- Kodali
- Dalcroze
- Orff
- MARTENOT
- Montessori
Il Metodo KODALI
Il metodo di Zoltán Kodály è più un concetto che un metodo vero e proprio, in quanto non ha mai scritto un trattato pedagogico. Ad ogni modo, Zodaly afferma che l’educazione musicale deve iniziare subito, sin dal concepimento di un bambino, in modo da sviluppare una primissima sensibilità musicale anche per chi poi non seguirà un percorso di studi musicali.
Il suo metodo si basa su sviluppare la tecnica metodologica nell’insegnamento del ritmo e la padronanza degli intervalli attraverso l’inizio della melodia, solfeggio intonato con alternanza di percussioni.
Questo è possibile attraverso lo studio:
- Studio delle cellule ritmiche e delle loro combinazioni
- Studio degli intervalli fino all’inizio delle melodie
- Sviluppo del movimento espressivo del corpo attraverso l’effetto sonoro dei vari tipi di accordi, siano essi consonanti o dissonanti
- Sviluppo della dissociazione ritmica, armonica e melodica.
Tra le risorse didattiche da lui utilizzate spiccano i giochi di movimento e soprattutto l’uso del canto corale. La teoria musicale relativa considera tutte le tonalità allo stesso modo, rivela le relazioni tra i diversi gradi, la funzione armonica, aiuta una buona intonazione e lettura e aiuta l’orecchio interno.
Il solfeggio sillabico che mette in relazione i fonemi con le figure ritmiche: ta, ti-ti, ecc.
Il metodo DALCROZE
Il metodo di Émile Jaques-Dalcroz (conosciuto per il criterio formativo della ginnastica ritmica) pone in modo centrale il movimento in relazione con il tempo, l’energia, lo spazio e la musica.
Per questo motivo Dalcroz, si propone di sviluppare nel bambino il senso:
- cinestetico
- uditivo
- il senso ritmico e melodico
- il senso artistico
- capacità immaginative risvegliando la creatività.
Per riuscire a fare questo, lui propone una serie di metodi:
- Dissociazione ritmica
- Movimento spontaneo a corpo libero
- Conoscenza di elementi tematici sul ritmo: velocità normale doppia velocità lentezza doppio lento e le varianti ritmiche attraverso le combinazioni di questi elementi.
- Sviluppo della percezione ritmica attraverso l’identificazione di colori sonori utilizzati come strumenti di supporto alla didattica.
Per Dalcroze “il ritmo è movimento”.
“il ritmo assicura la perfezione delle manifestazioni della vita”.
Il ritmo è legato al movimento fisico, si può dire che esso stesso sia un autentico strumento musicale.
Per l’applicazione di questi principi, ha ideato diversi esercizi e giochi musicali basati sulla coordinazione tra conoscenza e movimento, come mezzo per sviluppare la percezione musicale, la compressione e l’espressione.
Dalcroze ha applicato l’insegnamento alla musica in tutte le fasce di età, da quella pre-scolare all’età adulta. Per quanto riguarda l’età prescolare, lui afferma che ogni percezione stimola globalmente il cervello, in quanto, questa età è il periodo migliore per vivere ed esplorare senza pregiudizi.
Propone un approccio creativo, attraverso il quale l’insegnante non impone, piuttosto propone, attività musicali diverse lasciando che sia la sensibilità personale dei bambini a ritrovarestimoli, rielaborarli, ad intonare e intonarsi.
Metodo ORF
Carl Orff ha denominato il suo metodo d’insegnamento “L’Orff-Schulwerk“ basandolo su esperienze personali. Il suo metodo si basa sull’utilizzo del corpo umano come elemento di percussione. Elementarità e metodologia pratica sono le sue parole chiave.
Per far questo è necessario:
- Uso delle parole come elemento fondamentale nello sviluppo del ritmo naturale e spontaneo
- Sviluppo della dissociazione delle idee ritmiche legate alla percussione corporea.
La dimensione strumentale costituisce uno dei grandi contributi di Carl Orf. L’integrazione degli strumenti Orff e dell’educazione musicale scolastica rende il bambino consapevole della scoperta musicale, rende possibile fare musica in gruppo, creare nuove forme e prendere coscienza dei diversi elementi musicali, e tutto questo producendo musica con una qualità tonale equilibrata.
Gli strumenti che utilizza nel suo metodo di apprendimento sono
- strumenti a percussione ritmici (tamburi, campanacci, triangoli, piatti, legnetti)
- strumenti a percussione melodici (xilofono)
Per Orff, il primo obiettivo dell’educazione musicale è lo sviluppo della facoltà creativa che si manifesta nell’improvvisazione. Sarà necessario che il bambino partecipi alla composizione di melodie, accompagnamenti e dialoghi musicali in gruppo.
Metodo WILLEMS
Il metodo propone una serie di fasi fondamentali su cui si deve lavorare a lezione di musica, la cui durata può essere indicativamente compresa tra tre quarti e un’ora:
- Sviluppo sensoriale uditivo.
- Sviluppo dell’istinto ritmico.
- Canzoni scelte pedagogicamente.
- Sviluppo del “tempo” e del “carattere” attraverso le marce. Introduce una dimensione psicologica nell’educazione musicale.
“Il vero pedagogo è allo stesso tempo uno psicologo, deve saper interpretare l’attività interiore dell’allievo durante l’esecuzione di un esercizio, rilevando tutti i meccanismi coinvolti: l’intelletto, la sensibilità e le capacità motorie” (Willens)
La pedagogia di Willens si basa sullo studio profondo dell’uomo e della musica, da lì estrae i principi e le relazioni psicologiche su cui deve basarsi l’educazione musicale. Il suo obiettivo principale sarà lo sviluppo del senso uditivo: a questo proposito sviluppa un esauriente lavoro pedagogico raccogliendo raccolte di materiali sonori ed esperienze uditive per indagare l’universo sonoro.
Per Willens il ritmo è vita, movimento ordinato. Il senso ritmico è innato nel bambino: il ruolo dell’insegnante non è insegnare ma esercitare il suo naturale senso ritmico.
La melodia nasce dall’affettività. Il sentimento melodico tonale, le serie melodiche sono registrate nel bambino come risultato della musica che ascolta sin dalla nascita. L’insegnante è una semplice guida, un intermediario nel processo di musicalizzazione tra la musica e il bambino.
Metodo MARTENOT
Onde Martenot è stato l’ inventore francese dell’Onde Martenot, uno strumento musicale usato per creare suoni ed effetti speciali nella musica moderna, impiegato da diversi importanti compositori.
Gli obiettivi del metodo Martenot sono:
- Fare amare profondamente la musica;
- Mettere lo sviluppo musicale al servizio dell’educazionee favorire lo sviluppo dell’essere;
- Fornire mezzi e srumenti per incanalare ed espolare le proprie energie;
- Trasmettere in modo vivo le conoscenze teoriche, concretizzandole in giochi musicali
- Formare un pubblico sensibile alla qualità.
Anche esercizi di rilassamento e giochi silenziosi sono attività tipiche di questo metodo. Si basa sull’invenzione e sull’improvvisazione collettiva, collegando elementi musicali al linguaggio.
Il suo contributo principale è quello di registrare la necessità di intervallare momenti di relax e giochi di silenzio nello sviluppo dell’attività musicale. Propone così diversi esercizi di rilassamento e respirazione per favorire la concentrazione: seduti o sdraiati, occhi chiusi, ascolto dei suoni dell’ambiente, equilibrio, movimento, contrasti tra movimenti di tensione e rilassamento.
Insegnare la musica con il Metodo Montessori
Maria Montessori, una delle più conosciute e accreditate educatrice e pedagogista, sviluppa un metodo che da grande importanza all’educazione della sensibilità acustica. Per far questo mette in atto esercizi noti come:
- “lezione del silenzio“, dove il bambino cercherà di ascoltare e riconoscere suoni e rumori che lo circondano
- sviluppo dei cinque sensi del bambino, in cui mette in comunicazione il più possibile le esperienze musicali insieme all’uso dei sensi.
Uno degli esercizi più famosi è l’utilizzo di una serie di campane, che riproducono toni e semitoni compresi in un’ottava, quindi diverse di suono ma uguali in dimensione, forme e materiale, con cui i bambini potranno giocare, toccare e sviluppare una forte percezione visiva e uditiva.
La durata degli esercizi non deve superare i 20 minuti e il canto sarà sempre accompagnato da uno strumento.
Quali sono gli strumenti musicali adatti ai bambini piccoli?
Andiamo a vedere strumento per strumento, l’età in cui si può iniziare a far maneggiare ai nostri piccoli, e quali stimoli fornisce e capacità cognitive e di coordinamento.
Xilofono: età consigliata e stimoli
Lo Xilofono è uno strumento musicale che si può utilizzare appena i bambini inizano a stare seduti da soli, quindi già dagli 8 – 9 mesi. Lo strumento è a percussione ed è costituito da una fila di barrette, ognuna delle quali produce un suono attraverso l’uso delle bacchette in legno. I colori delle barrette, attirano l’attenzione del bambino, mentre i suoni ne stimolano la fantasia.
Infatti, l’utilizzo delle bacchette farà sicuramente divertire i piccoli, sviluppando il senso del ritmo, la creatività e le capacità motorie.
Chitarra per bambini, ottimo strumento per il coordinamento mano- dito.
La chitarra per bambini è uno strumento musicale più impegnativo, perché serve coordinazione mano-dito. Per questo si consiglia a partire dai 3 anni di età. Colorate e con 4 o 6 corde, saranno perfette per stimolare coordinamento e ritmo. Esistono corsi per l’utilizzo della chitarra a partire dai 4 anni sotto forma ludica, per poi diventare più strutturati e completi dagli 8 anni.
Pianola o pianoforte per bambini: ecco quando comprarlo
Oltre ad essere uno splendido complemento d’arredo per camerette, ( a pois, colorati e con disegni) il pianoforte per bambini solitamente è uno strumento musicale proposto ai bambini dai 2 anni e mezzo. Il pianoforte giocattolo ( lineare o a coda) per bambini ha 18, 24 o 31 tasti e riproduce un suono pulito come quelli per adulti.
Il passaggio delle dita tra una nota e l’altra consente di sviluppare capacità di motricità fine legate alla coordinazione occhio-mano, che vanno ad aggiungersi al buon umore e divertimento garantito!
Tamburello o tamburo giocattolo: semplice e pratico già dai 12 mesi
Il tamburo giocattolo è uno dei primi strumenti musicali che si può far utilizzare al bambino per scoprire il ritmo e il suono della musica. Infatti, già dai 12 mesi di vita possono giocarci in tutta sicurezza. E’ piccolo e leggero e semplice da maneggiare e non si corrono rischi considerando i bordi arrotondati.
Alcuni hanno dei deliziosi sonagli, oppure hanno bacchette in legno, per creare una melodia tutta loro. La percezione che sviluppa è la coordinazione occhio-mano, quindi un’ottima soluzione di motricità e movimento coordinato.
Il flauto, un suono dolce e semplice
Da quando sono piccoli, i bambini amano mettere tutto ciò che gli passa davanti in bocca. Giocano e sperimentano con gli oggetti, e un flauto piccolo, colorato e ovviamente in materiale atossico è perfetto per stimolare la sua curiosità ma anche per capire come emettere il suono per poi capire come poter modulare l’intensità del suono stesso.
Ottimo per coordinare il movimento delle dita, e una presa stabile ad un oggetto. Si consiglia per un buon utilizzo, dai 3 anni in su.
Altri strumenti musicali per insegnare la musica ai bambini piccoli
Sono tanti altri gli strumenti musicali da proporre ai bambini, come la fisarmonica, le maracas o addirittura la batteria elettrica. Divertenti anche i carillon musicali per un ascolto della musica, oppure il microfono per cantare (o sillabare) e sentire il suono della propria voce.
Quanto tempo si dovrebbe dedicare alla musica?
Non c’è un tempo specifico, va da bambino a bambino. Se la musica si vede come un gioco si può sicuramente approfondire ogni giorno. La musica è inserita sia nella scuola materna, sotto forma di gioco, sia nelle elementari, una o due volte alla settimana.
Lo strumento del piano si può dire che sia il più completo tra tutti.
Libri interessanti sulla musica per bambini
Insegnare musica ai bambini. Indicazioni teoriche e pratiche per l’insegnamento ai bambini della prima e seconda infanzia. Con Audio.
Questo libro fornisce indicazioni metodologiche su cosa, come e dove insegnare musica ai bambini. Dà inoltre suggerimenti sulla gestione di una lezione e sulla progettazione di un percorso d’apprendimento e attività per lo svolgimento pratico di lezioni con i bambini.
Global music. Il metodo innovativo per insegnare la musica ai bambini a scuola attraverso attività interdisciplinari.
Global music infatti è la musica concepita a tutto tondo nella sua complessità, per educare la persona all’ascolto e alla vera consapevolezza. Il docente non dovrà essere necessariamente un musicista ma dovrà avere una grande passione e motivazione verso la musica e i fenomeni sonori in genere.
Giocare con la musica. 95 giochi musicali per insegnanti, educatori, genitori e per divertirsi con gli amici.
Le avventure di Piccolo Do.
Come avvicinare i bambini al meraviglioso mondo della grande musica? Ci pensano Piccolo Do, Piccola Re, mamma Mi, zia Fa, papà Sol, nonna La e nonno. Una simpatica famigliola di note personificate che vivono a casa Pentagramma. Attraverso le divertenti avventure che li coinvolgono, questi personaggi ci trasportano in un luogo dove la musica diviene il linguaggio privilegiato per esprimere le proprie emozioni, superare limiti e paure e condividere l’amore per la bellezza.
Cosa ne pensi? Hai altre domande sul perchè e come insegnare la musica ai bambini piccoli?
Gloria Gargano – founder Glamcasamagazine.it
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