Accorpate IMU e TASI, cosa cambia veramente

IMU e TASI, s’è parlato a lungo dell’abolizione della seconda, ma alla fine abbiamo assistito invece ad un’unificazione di IMU e TASI. La “nuova Imu” è oggetto di un decreto fiscale che molti non hanno gradito, accusandolo di mettere la casa (bene importantissimo per gli italiani) nel mirino del Governo.

Novità sulla legge di bilancio 2020

Preoccupazione viene da più settori, in primis quello dell’edilizia, ma cosa dice esattamente la nuova legge di bilancio, come incide il decreto fiscale che completa la manovra per il 2020? Scopriamolo assieme e proviamo a fare un po’ di chiarezza su temi non facili.

Unificazione tra Imu e Tasi?

L’IMU, forse lo ricorderete, è stata introdotta otto anni fa e ora è oggetto di un importante intervento, tanto che da più parti si parla di “nuova Imu”, una tassa che incorporerà anche il pagamento della Tasi, tutto nello stesso modello F24. L’unificazione tra Imu e Tasi è stata criticata da molti e in sostanza si traduce in un unico prelievo patrimoniale immobiliare che, ricalca sostanzialmente quello che era l’approccio prima del 2014. Un ritorno al passato? Non proprio, delle differenze e delle novità ci sono.

C’è un aumento dell’aliquota di base per l’abitazione principale, che passa dal 4 al 5 per mille e di quella per gli altri immobili che passa dal 7,6 all’8,6 per mille. Inoltre fa discutere l’idea di riservare ad alcuni Comuni, tra i quali quelli di Roma e Milano, un trattamento diverso, con un’aliquota massima più alta, che arriva all’11,4 per mille anziché al 10,6 per mille.

L’eliminazione della Tasi ha mandato in soffitta l’obbligo per i Comuni di individuare i cosiddetti servizi indivisibili e di indicarne i relativi costi. Inoltre mentre la Tasi veniva pagata dai proprietari, ora accorpandola all’Imu parte del carico fiscale spetterà agli occupanti degli immobili, ma solo se non utilizzati come abitazione principale. Le piccole e medie imprese edili anche per questo sollecitano l’abolizione della nuova misura, che rischia di assestare un duro colpo ad un settore già in precario equilibrio dal punto di vista finanziario. Molti, da più parti chiedono un rapido e significativo ripensamento della norma, bisognerà vedere se il Governo vorrà e saprà cogliere queste richieste.

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