Film e serie tv thriller da vedere assolutamente

Film thriller da vedere

È sempre il momento per un buon thriller, una storia appassionante e avvincente da scoprire sul proprio schermo. Rompicapo hitchcockiani, storie pennellate di noir, intrighi al cardiopalma: tra tutti i titoli, eccone cinque da non perdere. I preferiti film e serie tv thriller da vedere assolutamente!

L’uomo del labirinto: Donato Carrisi riprova con il thriller dei chiaroscuri

Donato Carrisi dopo La ragazza nella nebbia fa centro con un altro mistero, sulla giovane Samantha, rapita quando aveva solo 13 anni, mentre andava a scuola durante un gelido inverno. Samantha è interpretata da Valentina Bellè, che affianca Toni Servillo e Dustin Hoffman. La ragazza ricompare 15 anni dopo la sparizione: ora è fuori dal mondo, è completamente sotto choc, e dovrà ricominciare a vivere.

Con lei c’è il dottor Green, che fa di tutto per farle affiorare i ricordi. Ma a Samantha è stata iniettata una droga sintetica che le altera le percezioni e la memoria, la quale risulta a buchi, interrotta, incline a sgretolarsi su stessa. Intanto il detective Bruno Genko fa di tutto per trovare il colpevole, un assassino e un rapitore con una maschera da coniglio.

Dopo La ragazza della nebbia, Donato Carrisi riprova con il thriller dei chiaroscuri, cercando di elevare la qualità della cinematografia italiana di genere, ripercorrendo la strada dei grandi maestri del passato e raccontando una storia avvincente e intensa, un incrocio tra Memento, Dario Argento e Donnie Darko. Un film da non perdere che mette in luce le potenzialità del thriller-noir italiano.

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Once Upon a Time in Hollywood: il massacro di Cielo Drive

C'era una volta a Hollywood

Quentin Tarantino riscrive la storia ed eleva la vita. E non è la prima volta: basti pensare a Bastardi senza gloria. Once Upon a Time in Hollywood è un genere ibrido, la fantastoria del massacro di Cielo Drive, dove nel 1969 morì Sharon Tate. Un thriller del genere tarantiniano, completamente fuori dagli schemi, che racconta la storia di un attore di Hollywood sul viale del tramonto, Rick Dalton, e della sua controfigura Cliff Booth.

I due non accettano la nuova generazione, il movimento peace & love degli hippie, e rimpiangono i fasti della Hollywood classica. La storia di Cliff s’incrocia con quella di una ragazza, che vive in una comune, e con i suoi compagni. Alcuni di loro sono pilotati da Charles Manson per uccidere la moglie di Polanski.

Once Upon a Time in HollywoodC’era una volta a Hollywood titolo italiano – non è un thriller convenzionale. Racconta di un massacro, una storia vera, ma lo riscrive, negozia una nuova narrazione ricca di orpelli culturali, cinematografici, persino poetici, a volte anche feticisti. Una poetica, quella del geniale regista americano che lascia incantati. Nei ruoli principali, di Cliff, Rick e Sharon, troviamo Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Margot Robbie.

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Parasite: una lotta di classi che porta ad un massacro

Parasite

Il film vincitore del Premio Oscar 2020, diretto da Bong Joon-ho, racconta un doppio incrocio di “parassiti”: una famiglia ricca e una povera a Seul; i Kim e i Park. La prima vive in un capolavoro architettonico in stile minimal, con un bel giardino, un autista e tutti i comfort. La seconda nei bassifondi, in una piccola casa in un quartiere affollato, vivendo con i sussidi di disoccupazione.

Il figlio minore nella povera famiglia Kim, un giorno, ha un’idea: farsi assumere come insegnante privato, grazie a un suo amico, nella ricca famiglia Park. Sarà solo il primo gradino di una scalata dell’orrore, che porterà la famiglia povera a nutrirsi della vita di quella ricca. Tutti i Kim riusciranno ad arrivare, con una sorta di “staffetta”, nella lussuosa casa dei Park, come insegnanti, autisti o governanti.

Il thriller scatta nel momento della collisione tra i due mondi. Un parassitismo, se vogliamo, reciproco, che porterà le due famiglie, inevitabilmente, a scontrarsi… e massacrarsi. Questa illuminante pellicola di Bong Joon-ho, già regista di Snowpiercer, ragiona sulla lotta di classe (tutt’altro che conclusa con le teorie marxiste), pronta ad affiorare continuamente per polverizzare persone, famiglie, status symbol in nome dell’inevitabile arrampicata dal basso verso l’alto.

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Diamanti grezzi con Adam Sandler

Diamanti Grezzi

Un inedito Adam Sandler domina questo crime thriller diretto da Josh e Benny Safdie e distribuito da Netflix. La storia racconta del ricco ebreo Howard Ratner, proprietario di una gioielleria di Manhattan e particolarmente incline al gioco d’azzardo e ad affari loschi. Si impossessa di un opale nero trovato nel 2010 in Etiopia e spera di utilizzarlo per pagare il proprio debito con il cognato Arno, una somma che ammonta a 100mila dollari.

Inseguito dagli uomini di Arno, Howard si vede sottratto il prezioso monile dal cestista dei Boston Celtics Kevin Garnett, che promette di farlo fruttare con una succosa scommessa. Howard, vessato dai problemi in famiglia, le proprie relazioni extra-coniugali e il divorzio imminente, farà di tutto per recuperare l’opale e salvarsi.

Adam Sandler, caratterista abituato alle commedie demenziali o graffianti, dà prova di sé con una performance di tutto rispetto, che sfocia in un genere crime pervaso (o forse corroso) dalla “acid comedy”. Un thriller movimentato, girato in 35 mm, fondato sulla capacità attoriale di Sandler, che corre contro il tempo in una New York fosca e malavitosa. Un film da non perdere che mostra l’attore comico in una veste nuova. Nel film c’è anche il rapper The Weeknd, nel ruolo di sé stesso (un suo concerto rappresenta una parte di azione).

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L’uomo invisibile, un thriller psicologico

L'uomo invisibile

In un’epoca così cruciale per la questione femminile e tutti i casi annessi e connessi, L’uomo invisibile acquista sfumature ancora più sinistre, identificate anche dalla protagonista Elisabeth Moss, già vista nel claustrofobico The Handmaid’s Tale. L’uomo invisibile, tratto dal famoso romanzo omonimo di H.G. Wells, già adattato in un cult del 1933 da James Whale, racconta di una donna in fuga, perseguitata dal suo carnefice. Lui, non occorre dirlo, è proprio il suo compagno.

L’uomo invisibile appartiene al sottogenere del “thriller psicologico”, in grado di giocare con i nervi dello spettatore e della protagonista Cecilia Kass, interpretata dalla Moss. Di cosa parla la storia? Stanca di sopportare i soprusi e le angherie da parte del fidanzato Adrian Griffin, ricco ingegnere e uomo d’affari, Cecilia progetta la fuga, aiutata da alcune persone fidate.

Due settimane dopo, l’uomo si suicida. Cecilia crede di essere libera, ma si rende conto di essere perseguitata da una presenza, quella di Adrian. Succedono una serie di cose strane: oggetti spariti, fornelli che prendono fuoco da soli, e la donna sospetta che il suo ex abbia trovato un modo per diventare invisibile e tormentarla. Ovviamente nessuno le crede. Come stanno le cose? Tanti colpi di scena sono in agguato in questo film asfittico e sicuramente ben legato alla realtà attuale.

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Serie TV crime e thriller

Storie losche, tinte fosche, stili narrative diversi, macchine da presa che si muovono all’impazzata o lentamente, giocando con i nervi dello spettatore. Le serie tv thriller – crime possono prendere la forma di gialli appassionanti o di storie nerissime, sprofondate nei contesti paludosi della malavita.

La Casa di Carta: la serie tv thriller più amata di sempre

La CASA di Carta

Un nuovo genere di crime, in cui la banda di “uomini normali”, con le loro fragilità, messa insieme dal Professore, tenta un’impresa impossibile che porta immediatamente lo spettatore a empatizzare con quelli che tecnicamente dovrebbero essere “i cattivi”. Il colpo alla Zecca di Stato, un inno alla resistenza e alla libertà, portato a termine brillantemente anche grazie al sacrificio di Berlino, è il preludio non alla vita da sogno che tutti agognavano ma a un altro colpo, ancora più pericoloso, ancora più complicato.

Il Professore raduna un gruppo di microcriminali malassortiti istruendoli sul proprio geniale piano. La mente può tutto, secondo il capogruppo Sergio Marquina, deciso a non farsi coinvolgere dai sentimenti per portare a termine la sua missione (poi, però, le cose andranno diversamente). La banda si prepara a colpire, utilizzando le maschere con il volto di Dalì per non farsi riconoscere e l’inno della Resistenza italiana, Bella ciao, come simbolo di vittoria.

Le carte si mescolano e rimescolano: la polizia vuole fermare questa inarrestabile avanzata di criminalità, mentre il popolo inneggia alla banda e ai propri principi di libertà, trasparenza e offensiva contro un sistema marcio, falso e corrotto. La serie è stata un successo mondiale e nel 2020 risulta la più vista. Creata da Álex Pina, non racconta solo una storia criminale ma anche di amicizia, amore, sistemi di valori.

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Better Call Saul: versione crepuscolare di Breaking Bad

Better Call Saul

Non succede spesso che lo spin-off sia meglio (o quasi meglio, a seconda dei punti di vista) dell’originale. È il caso di Better Call Saul, una versione crepuscolare di Breaking Bad. La celebre serie AMC, una delle più viste, amate e stimate da pubblico e critica, ha fornito tanti spunti su cui lavorare, e il creatore Vince Gillighan ha deciso di raccontare meglio, con un prequel/sequel, la figura di Saul Goodman, avvocato che in origine era Jimmy McGill, fratello minore di un principe del foro e innamorato della migliore amica e collega Kim Wexler. La scalata di Saul avviene gradualmente, nel retroterra caldo e paludoso del New Mexico.

Saul oscilla sul confine tra legalità e illegalità e con lui Kim, prima amica e poi compagna di vita. Il legal è solo un’apparente ossatura della serie, che in maniera totalmente “blusy” racconta il mal di vivere e l’ascesa/discesa di un uomo alle stelle e agli inferi, senza poter o voler cercare un’alternativa, perché troppo sfumato, troppo incline alla corruzione come all’amore e alla fedeltà.

La vicenda di Jimmy/Saul si incrocia con quella dei narcotrafficanti che prepareranno il terreno di Breaking Bad: il microcriminale Nacho, che si presta a servizio del cartello, la temibile famiglia Salamanca e Mike, un ex poliziotto in cerca di una nuova vita. Una serie assolutamente da non perdere.

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You con Penn Badgley di Gossip Girl

You

Ricordate il “ragazzo solitario”, Dan Humphrey, di Gossip Girl? Penn Badgley torna in un ruolo leggermente diverso (solo leggermente, e chi ha visto il finale di Gossip Girl può capire di cosa si stia parlando). Badgley in You è un libraio di New York, Joe Goldberg, che ama in modo “un po’ troppo sopra le righe”, per usare un eufemismo.

Raccontata quasi come commedia romantica malinconica, una sorta di 500 giorni insieme, You è una minisere di Netflix che racconta, con gli occhi del criminale, l’ossessione che porta a quello che è lo stalking e l’omicidio. Rintanato nella sua libreria, appassionato di letteratura, Joe intravede, un giorno, l’aspirante scrittrice Beck e se ne innamora a prima vista. La storia è raccontata con la figura retorica dell’apostrofe, in seconda persona singolare.

Beck si lascia colpire da quel ragazzo ombroso ma affascinante ma presto, intorno a lei, ci sarà terra bruciata. Joe è deciso a entrare nella sua vita e rimuovere tutti gli ostacoli che possono frapporsi tra lui e lei. Nella seconda stagione ritroviamo il libraio a Los Angeles, alle prese con le mode alimentari, i vegani e i fan del cibo biologico… ma soprattutto con Love, una cuoca che attira subito la sua attenzione. Intanto però il pensiero di Beck continua a perseguitarlo, e non lo abbandona mai.

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Élite: teen drama spagnolo

Il thriller si annida nei corridoi di Las Encinas, un lussuoso liceo per adolescenti ricchi, nella teen serie spagnola Élite. Omen nomen, Élite è improntata completamente sulle differenze sociali tra la maggior parte dei liceali di Las Encinas e tre ragazzi, Samuel, Nadia e Christian, che arrivano dalla scuola pubblica con una borsa di studio dopo la parziale distruzione dell’edificio.

A Las Encinas non dovranno vedersela solo con il difficile programma di studio, ma anche con le perversioni, le morbosità e l’atteggiamento altezzoso dei loro nuovi compagni. Nadia decide di sfruttare l’occasione d’oro per studiare e investire sul proprio futuro. I suoi genitori sono musulmani e lavorano come fruttivendoli, e lei vuole provare a tentare il salto con le proprie forze. Samuel si innamora della compagna di scuola Marina, tormentata e irrisolta, che però prova un interesse per il fratello di lui, il microcriminale Nano.

Christian, invece, attratto dal lusso davanti ai suoi occhi, si fa trascinare in un ménage a trois. Momenti viziosi e perversioni non mancano durante il dispiegarsi delle stagioni di Élite, che ruotano intorno a un grave evento comunicato già nei primissimi minuti della prima stagione: l’omicidio di Marina, avvenuto con un colpo alla testa in piscina, durante la festa della scuola. Samuel, affranto e disperato, vuole trovare il colpevole a tutti i costi.

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Peaky Blinders tra crime e gangster

Peaky Blinders

Un mix tra dramma, crime e gangster sulla storia dei Peaky Blinders, ambientata dopo la Prima guerra mondiale. Questa serie è britannica, creata da Steven Knight, con Cillian Murphy, Helen McCrory e Sam Neill. Dopo la guerra nel quartiere Small Heath di Birmingham serpeggia la crisi economica. Nella famiglia Shelby spicca il secondo figlio Thomas, tornato dalla guerra e decorato, che a casa diventa il boss dei Peaky Blinders, una gang il cui nome deriva dall’idea di nascondere lamette nei cappelli.

L’inizio della serie vede uno scenario dominato dallo scontro tra Thomas e l’ispettore Campbell, arrivato da Belfast per combattere la criminalità. I Peaky Blinders, oltre che da questa minaccia, devono difendersi da Billy Kimber, boss rivale che come loro punta sulle scommesse per arricchirsi.

Peaky Blinders è una storia immaginaria, ma si basa su uno spunto vero: i Peaky Blinders erano una  vera banda di strada, dedita alla criminalità, che operò nella città di Birmingham dalla fine del XIX secolo a dopo la Prima guerra mondiale. Tommy Shelby nel 1919 è un ragazzo determinato, deciso a farsi strada nel mondo con le risorse che la vita e il caso gli hanno offerto. I dialoghi e le scene d’azione sono un giusto contraltare, mentre la ricostruzione del contesto storico è piuttosto attenta e minuziosa, anche grazie ai riferimenti storici e politici.

Visibile in streaming su Netflix, Amazon Prime Video

Telefilm thriller

La tradizione del telefilm thriller, che affonda le sue radici già nel genere hard boiled dei primi del ‘900 o, più concretamente, nei “vicini ma lontani” anni ’80 o ’90 (possiamo citare Twin Peaks di David Lynch) si è evoluta e stabilizzata con il trend delle serie TV che a cavallo tra gli anni ’10 e ’20 del nuovo millennio sta vedendo un particolare momento di splendore. L’offerta è quanto mai diversificata: un crime puro non è quasi mai un crime puro, ma condito da venature romantiche, come You, storiche, come Peaky Blinders, teen drama, come Élite, e così via.

Il genere thriller è un’evoluzione moderna del giallo. Il rompicapo rimane, come nocciolo del film, ma la storia si snoda con una maggior azione, con un ritmo più serrato e con linee narrative orizzontali che esasperano le sfumature dei personaggi. Basti pensare a tutte le trasformazioni dei protagonisti de La Casa di Carta, di Ozark, di Élite e di tutti gli altri. Un genere in perenne evoluzione che, siamo sicuri, le prossime serie racconteranno in chiave sempre più ricodificata.

Migliore serie tv thriller psicologico 2020: Better Call Saul

Better Call Saul

Il miglior thriller psicologico seriale del 2020 è senza dubbio Better Call Saul. Spesso si considera il “thriller psicologico” una sorta di sottogenere, ma impropriamente. Ogni thriller ha un forte sostrato di psicologia, di “thrilling”, uno state of mind particolare che funziona da miccia per i crimini e i misfatti che si vedranno nella storia. Di certo, però, nel 2020 la storia crime più fortemente ancorata alle dinamiche e ai labirinti della mente è proprio quella di Saul Goodman e Kim Wexler.

Con uno stile narrativo controcorrente, fatto di rovesci più che dritti e di situazioni anti-colpo di scena classico e convenzionale, una scrittura decisamente magistrale, Vince Gillighan racconta lo sprofondamento nel baratro del male da parte di un uomo che non è mai riuscito a stare da una parte o dall’altra della barricata. E chi ci riesce? Saul Goodman non è che uno specchio opaco, a tratti oscuro o persino scheggiato, della classica natura umana.

Alice Grisa

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