Cosa significa bohémien, che declinazione ha avuto in passato e ha oggi questa definizione nel mondo dell’arte e come ha influenzato la moda e l’abbigliamento?
Si parla spesso di arte bohémien e di artisti bohémien, ma cosa significa esattamente essere bohémien e quali forme d’arte rientrano effettivamente a pieno titolo in questa definizione? Cerchiamo di capirne un po’ di più.
Cosa significa il termine bohémien?
Con la definizione di artista bohémien ci si riferisce in genere ad un creativo (spesso giovane e squattrinato) che vive ai margini della società e conduce un’esistenza decisamente anticonformista e molto libera.
In realtà molti artisti bohémien non avevano problemi economici e anzi spesso provenivano da contesti familiari agiati, ma il termine li caratterizzava per lo stile di vita che avevano deciso di adottare.
Oggi l’etichetta può identificare anche uno stile di abbigliamento, così come di arredo, ricco di suggestioni e contaminazioni, perfetto per varie tipologie di persone, che cercano uno stile dalla forte personalità, da esprimere all’insegna di libertà e anticonformismo.
Origini del termine bohémien?
Il termine bohémien probabilmente è nato in Francia verso la fine dell’Ottocento, in seguito ad una credenza errata, ma piuttosto diffusa all’epoca, ovvero quella che la gran parte dei giovani artisti che conducevano una vita decisamente povera, provenissero dalla Repubblica Ceca, ovvero dalla Boemia. Il termine Boemo nell’Ottocento era spesso usato, in Francia e non solo, anche come sinonimo di zingaro.
In realtà ad entrare nella definizione di artisti bohémien ci sono stati ad esempio i membri della scapigliatura italiana e francese e più in generale un gran numero di creativi non boemi.
Leggi anche l’approfondimento sull’arte moderna: periodo, artisti e opere famose
Che significa la vita bohémien?
La figura dell’artista, in particolare dall’Ottocento in poi, è stata spesso avvolta da un certo fascino decadente. Per ogni artista che faticosamente raggiungeva un certo successo e il conseguente prestigio sociale, se ne potevano contare tantissimi che vivevano nell’anonimato, stentavano ad emergere e spesso si trovavano in condizioni di vita molto complesse, faticando veramente a tirare avanti.
Vivere una vita bohémien però non significa fare il barbone, quella dei giovani artisti spesso non era una situazione dettata dall’indigenza, ma frutto di precise scelte di vita, che prevedevano ad esempio la divisione degli alloggi, non solo per abbattere i costi, ma anche per favorire il confronto e la collaborazione tra creativi.
Nel libro di Henri Murger, “La vie de Bohème” del 1845 (che ispirò anche l’opera La Bohéme di Puccini), vengono descritti tre diversi tipi di bohémiens: i sognatori, gli amatori e i famosi.
I primi erano ad esempio gli artisti sconosciuti e spesso molto poveri, i secondi erano invece dei borghesi annoiati che per ribellarsi alle convenzioni sociali vivevano uno stile di vita anticonformista, l’ultimo gruppo era rappresentato da bohémiens divenuti celebri e spesso anche molto benestanti, ma che continuavano ad adottare uno stile di vita eccentrico e a vivere come se fossero poveri.
Arte bohemien: cos’è veramente

Come abbiamo già iniziato a vedere, l’arte bohémien non ha a che fare con la povertà, ma piuttosto con uno stile di vita anticonformista, spesso sposato anche da artisti e intellettuali benestanti.
Il movimento bohémien ebbe il suo apice durante la Belle Epoque, quindi a grandi linee dalla fine dell’Ottocento alla Prima Guerra Mondiale (1914-1918). In questo periodo molti artisti dell’alta borghesia come quelli del celebre Gruppo di Bloomsbury di Londra, circolo culturale fondato da Virginia Woolf e marito, facevano parte del movimento bohémien. In club esclusivi, come quello dei coniugi Woolf, c’erano scrittori, pittori, poeti e filosofi anche molto celebri e apprezzati, che erano accumunati da una certa ostentazione di comportamenti anticonformisti, a volte anche trasgressivi o perfino scandalosi per gli standard dell’epoca.
Vari artisti bohémien avevano idee politiche rivoluzionarie e non erano ben visti dall’alta società anche per questo motivo e non solo per lo stile di vita che avevano deciso di adottare.
Movimenti artistici e culturali bohémien

Uno dei più importanti movimenti artistici definibili di sicuro come bohémien è nato in Italia. Parliamo della scapigliatura, sviluppatasi a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento e che ebbe il suo epicentro, almeno inizialmente, nella città di Milano.
Gli scapigliati erano animati da un forte spirito di ribellione contro la cultura tradizionale e il buonsenso borghese. Uno dei loro primi obiettivi fu quello di scagliarsi violentemente contro il romanticismo italiano, che giudicavano languido e provinciale, così come in genere tutta la cultura risorgimentale.
Il termine “scapigliatura” venne utilizzato per la prima volta da Cletto Arrighi (pseudonimo di Carlo Righetti) in un suo omonimo romanzo del 1862. Altri importanti esponenti del movimento furono Vittorio Imbriani, Giovanni Camerana, Iginio Ugo Tarchetti, Carlo Dossi, Arrigo Boito ed Emilio Praga, lo scultore Giuseppe Grandi e i pittori Tranquillo Cremona, Mosè Bianchi e Daniele Ranzoni.
Dipinti arte bohémien famosi
Accademici e teorici sono stati piuttosto lenti nel riconoscere e in seguito definire il movimento artistico Bohème come politicamente e socialmente interessante. Il più serio studio condotto su questo movimento anticonformista è stato condotto da Virginia Nicholson solamente nel 2002 e si intitola “Among the Bohemians: Experiments in living 1900 1939”. Questo lavoro analizza sistematicamente lo stile di vita boho e ci aiuta a capirne meglio aspetti artistici e non solo.
Quali sono i dipinti bohémien più famosi? Spesso ci sono opere e artisti che oggi faticheremmo un po’ ad etichettare come bohémien, ma che in realtà lo sono stati appieno.

Les Roulottes di Vincent Van Gogh è un’opera del 1888 che descrive il campo nomadi di Arles. Gli abitanti di campi come quello erano senza dubbio considerati bohémien, ma anche gli artisti affascinati da quello stile di vita e più in generale da volti e storie di chi viveva ai margini della società lo erano. Lo era Van Gogh artista oggi quotatissimo, ma in vita emarginato, spesso deriso e comunque squattrinato.
Giusto per dare dei riferimenti generali, i vari dipinti in cui Henri de Toulouse-Lautrec ritrae prostitute, ballerine e avventori di bar e bordelli sono senza dubbio bohémien.
Chi sono gli artisti bohémien?

Degas, Courbet, Van Gogh, Puccini sono veramente tanti i grandi nomi dell’arte e della cultura che possiamo considerare bohémien.
Gustave Courbet (il pittore dell’Origine del mondo) in una sua lettera del 1846, inviata ad un amico, descrive la scelta condivisa da molti in varie epoche, di vivere ai margini della società per essere più liberi e indipendenti, cose molto importanti per gli artisti.
Nella lettera si legge, tra l’altro:
“Nella nostra società così civile bisogna che io conduca una vita da selvaggio, bisogna che io mi liberi dei governi. È il popolo a godere delle mie simpatie; devo rivolgermi direttamente a lui, per trarne ispirazione e sostentamento. Ecco perché ho appena dato inizio alla mia nuova vita vagabonda e indipendente”. Questo testo per molti è da considerare come un manifesto della vita bohémien, senza dubbio condiviso e sposato da molti artisti per decenni.
Bohémien e moda: Come vestirsi in stile bohémien?

A partire dagli anni ’60 del Novecento lo stile bohémien ha sempre più influenzato la moda. Oggi lo stile boho (diminutivo di bohémien), include un insieme ampio e diversificato di capi di abbigliamento e questo permette di crearsi un look estremamente ricercato e decisamente personale.
Questo mood influenza in particolare il look di chi cerca uno stile di vita più slow ed ecologico, guardando ad una certa essenzialità e in alcuni casi vera e propria frugalità. La moda boho chic è una evoluzione relativamente recente di questo trend che è diventato più elegante e si è arricchito di dettagli, in alcuni casi preziosi. Ad ogni modo quando lo stile bohémien influenza la moda lo fa sempre dando vita ad abiti comodi, non convenzionali, che usano sovente tessuti e tinte naturali. Nel caso del boho chic però, non è raro neppure che si usino pizzi, perline o swarovsky, pur mantenendo in genere semplici e funzionali le linee dei capi, spesso dal gusto vintage.
Negli ultimi anni è diventato trendy adottare questo stile, ad esempio anche per dei matrimoni, quindi è facile capire, come il boho non venga percepito come qualcosa di povero e magari consumato e perfino sporco, ma come a suo modo elegante e scelto con consapevolezza da chi adotta un determinato stile di vita, indipendentemente dal proprio reddito.
Stile bohémien nell’arredamento

Come è avvenuto per la moda, anche l’arredamento è stato influenzato dallo stile bohémien che viene scelto in sempre più case, con diverse declinazioni.
Leggi anche: Boho chic, le idee per una casa super style
La casa boho chic è spesso caratterizzata da materiali naturali, come legno e tessuti. I colori che più la identificano sono il marrone scuro, il verde, il grigio e tra gli abbinamenti più frequenti ci sono quelli con il viola, l’arancione e il blu elettrico. Il bianco è spesso usato sulle pareti, per dare luminosità agli ambienti. In molti casi effettivamente ce n’è bisogno, visto che capita non di rado che la casa arredata in stile bohémien sia abbastanza piena di elementi e possa quindi apparire piuttosto carica.
Lorenzo Renzulli

Cosa ne pensi?