Spesso quando si parla di arte, ci si riferisce al Novecento anche come al Secolo delle Avanguardie, ma cosa, quali e quante sono state le avanguardie artistiche, perché sono importanti per il nostro recente passato e anche per capirne un po’ di più sul presente e forse anche sul futuro?
Con il termine Avanguardie si indicano i movimenti artistico-culturali che potremmo simpaticamente e banalmente chiamare anche “ismi”, ad esempio impressionismo, espressionismo, futurismo, surrealismo, ecc. La lista può continuare a lungo.
Sviluppatesi in Europa dagli inizi del ’900, fino a circa gli anni Venti, questi movimenti sono stati estremamente importanti per la storia dell’arte contemporanea. Ma le avanguardie sono finite? Sono una pagina che può dirsi conclusa? In un certo senso sì, ma come vedremo non è così facile rispondere sinteticamente.
Avanguardie Storiche e Neoavanguardie
Per prima cosa va fatta una importante distinzione tra Avanguardie storiche e Neoavanguardie. In genere si parla di Avanguardie storiche per distinguerle da quelle nate dopo la Seconda Guerra Mondiale.
La prima delle avanguardie artistiche storiche è l’impressionismo, ma tutte le avanguardie hanno dei punti comuni importanti. Avevano in genere delle tendenze piuttosto radicali a rompere con i codici artistici previsti dalle tradizioni precedenti, si voleva andare oltre le convenzioni borghesi.
Proprio gli artisti delle avanguardie hanno contribuito a far diffondere la figura dell’artista maledetto o comunque in qualche modo emarginato, che per certi versi resiste, anche se con toni e sfumature diverse, ancora oggi.
Gli avanguardisti mettevano fortemente in discussione i valori diffusi nella società e il valore e il concetto stesso di arte. Per i più radicali tra loro l’arte doveva scuotere e addirittura sconvolgere, svegliare da una sorta di torpore buonista e benpensante e contribuire attivamente a cambiare e migliorare la vita.
La funzione dell’artista
La funzione dell’artista non era certo quella di un decoratore, ma di un intellettuale che era impegnato attivamente a costruire una vita “estetica”, dominata dall’arte, che potesse essere d’esempio per gli altri, artisti e non.
Per realizzare questi ambiziosi obiettivi le Avanguardie artistiche fecero un uso estremo della sperimentazione e questo fece evolvere l’arte, con un’accelerata incredibile.
Ci sono sempre stati movimenti e stili diversi nella storia dell’arte, ma mai come nel Novecento, anche e soprattutto grazie alla Avanguardie si sono viste così tante idee, sperimentazioni, stili, ricerche, spesso davvero diverse e distanti. Il tutto nel giro di pochi decenni, non di secoli.
Altro aspetto interessante che ha caratterizzato buona parte del lavoro degli artisti delle avanguardie (storiche e non) è stato poi il loro particolare approccio metodologico: operavano in genere in gruppi, per abbattere ogni barriera tra le varie arti. I pittori lavoravano a stretto contatto con poeti, architetti, ecc. Si guadava spesso con interesse anche al rapporto tra arte e artigianato.
Le avanguardie artistiche del primo ‘900
Le avanguardie del primo ‘900 sono state Espressionismo, Futurismo, Surrealismo, Dadaismo che si sono succedute rapidamente e in alcuni casi affiancate, dai primi anni del secolo, fino alla metà degli anni 20.
I caratteri comuni di tutte le avanguardie sono una netta opposizione al Naturalismo e al Decadentismo. L’arte non veniva più vista e vissuta come riproduzione della realtà, ad una visione oggettiva si opponeva con forza una visione soggettiva che poteva essere espressione dell’inconscio, come nel surrealismo o comunque espressione di emozioni forti, paure e tormenti, come nell’espressionismo.
L’arte poteva anche essere, come visto anche nel secolo precedente, contemplazione e manifestazione del sublime, in ogni caso in opposizione ad una visione di produzione e tecnica materiale, realistica, convenzionale, banale, innocua.
Si fa strada in quegli anni anche l’idea della morte dell’arte come oggetto o prodotto. Si cerca per le arti una nuova e più autentica e profonda autonomia, un’esistenza distinta e separata, anche se dialogante.
Alla concezione dell’opera prodotta da una persona, si contrappone nelle prime avanguardie l’arte come attività di gruppo (di avanguardia) che “usa” l’attività artistica o meglio ancora estetica, in un modo nuovo, che potremo dire politico, visto che le opere diventano, assieme ai pensieri che hanno dato loro forma, uno strumento di rivolta anarchica.
L’arte diventa attività sociale e totale, arrivando anche a auto criticarsi in profondità e perfino a negarsi. Si scopre e persegue la dissacrazione dell’arte, con ad esempio i Futuristi che propongono provocatoriamente di distruggere i musei.
L’attività artistica delle avanguardie è fortemente contemporanea, anzi attuale, anche perché seppe diventare internazionale e interartistica, non solo le diverse arti dialogavano, ma a mettersi in contatto e comunicazione erano artisti e movimenti di diversi paesi, come mai era successo prima, almeno su questa scala.
Avanguardie artistiche: Espressionismo
L’Espressionismo fu un movimento artistico d’avanguardia che si diffuse nel primo ventennio del Novecento inizialmente in Germania, poi in tutta Europa, come reazione al naturalismo e all’impressionismo.
Questa avanguardia fu fortemente influenzata da artisti come van Gogh, Ensor, Munch e Gauguin e dalla corrente del fauvismo.
L’Espressionismo si sviluppò (come spesso capita) in differenti correnti, accomunate però tutte dall’assenza di regole e canoni, come quella del gruppo Die Brücke (formato da artisti come Kirchner, Nolde, Kokoschka) o quella dal gruppo Der blaue Reiter (formato tra gli altri da Kandinskij, Paul Klee e Franz Marc).
L’Espressionismo si manifestò principalmente in due diverse aree geografiche: in Francia, nelle opere dei Fauves (le Belve), e in Germania, in quelle del gruppo Die Brücke (il ponte). Questi artisti erano accomunati dalla volontà di esprimere tensioni, stati d’animo e sentimenti attraverso la violenza del colore, la sintesi della forma, l’incisività del loro segno, spesso violento e brutale. Tra le opere più famose dell’espressionismo c’è l’urlo di Edvard Munch.
Avanguardie artistiche: Futurismo

Il Futurismo è stato un movimento, culturale, artistico, letterario e musicale italiano dell’inizio del XX secolo, spesso oggi in Italia lo si sottovaluta o comunque lo si studia troppo poco, ma è stato un momento assolutamente alto, al quale tutto il mondo ha guardato e guarda ancora con interesse.
Questa fu una delle prime avanguardie europee e seppe influenzare in maniera rilevante movimenti per molti versi affini, che si svilupparono però in altri paesi d’Europa, come la Francia, ma anche in Russia, Stati Uniti e Asia.
Avanguardie artistiche: Dadaismo

Il Dadaismo (o Dada) è una corrente artistica e letteraria d’avanguardia nata a Zurigo, nella Svizzera neutrale della prima guerra mondiale, e sviluppatasi in particolare tra il 1916 e il 1922.
Il Dadaismo è caratterizzato dal rifiuto degli standard artistici classici, dall’irriverenza, dalla provocazione e dall’utilizzo di nuove forme d’arte ed espressione, come il fotomontaggio, il collage, il ready-made, le registrazioni sonore, la grafica e i manifesti.
Uno dei punti di forza di questa avanguardia è la decontestualizzazione degli oggetti, che proprio privati del loro usuale contesto, si possono elevare ad arte o comunque a messaggio che fa riflettere o semplicemente stupisce, incuriosisce e diverte.
Avanguardie artistiche: Surrealismo

Il surrealismo è un movimento artistico e letterario d’avanguardia, nato negli anni ’20 del Novecento a Parigi. Coinvolse tutte le arti, toccando pittura, letteratura e non ultimo anche il cinema; nel 1924 ne fu scritto il primo manifesto.
Tra i maggiori esponenti del surrealismo, che ha dato forma e colore alla componente onirica come pochi altri movimenti, c’è il belga René Magritte che ha concentrato la sua ricerca sul rapporto tra visione e linguaggio e sulla creazione di condizioni irrealizzabili, che in alcuni casi riprendolo le idee del Dadaismo.
Le neoavanguardie
Le cosiddette Neoavanguardie degli anni ’60 e ’70, sono state, tra le altre: l’Arte cinetica-visuale, il Minimalismo e l’Arte povera.
Queste intervenivano sull’interazione tra l’opera d’arte e lo spettatore, con alcune opere e approcci che lo coinvolgevano in prima persona e altre che lo metteva invece in profonda discussione.
Arte cinetica-visuale

L’arte cinetica rientra tra le neoavanguardie e comprende una serie di ricerche artistiche che mirano a studiare e sperimentare i vari fenomeni della percezione visiva e del movimento.
L’Arte Cinetica nasce nel dopoguerra, in concomitanza con quello che fu il progressivo declino dell’astrazione geometrica. Al centro dell’attenzione, nelle opere cinetiche, c’è lo studio dei meccanismi della visione e l’aspirazione a una resa in termini pittorici e plastici del dinamismo, dei fenomeni ottici e della luce.
Il linguaggio scelto dagli artisti di questa avanguardia era aniconico, si poneva oltre ogni tipica visione compositiva, ma anche superava gli astrattismi precedenti e contemporanei.
L’intento di quest’arte era proprio quello di superare la nozione tradizionale di espressione artistica, puntando, nel farlo, ad un massimo coinvolgimento dello spettatore, non tanto sul piano formale o magari emozionale, ma su quello percettivo e cosa ancor più importante psicologico.
Arte povera

Era il 1967 quando il critico italiano Germano Celant pubblicava sulla neonata rivista Flash Art un articolo intitolato “Arte povera. Appunti per una guerriglia”.
Oggi si parla spesso di guerrilla marketing o cose simili, ma il concetto alla base della “guerriglia” fatta con immagini e manufatti artistici in genere o comunque con forme di comunicazione non convenzionali, usate per stupire e far passare messaggi, anche importanti, non è una novità dei nostri tempi.
L’Arte povera ne faceva già uso, fu un importante movimento d’avanguardia che si ritagliò uno spazio di rilievo sulla scena europea, negli anni Sessanta (in particolare dal 1962 al 1972).
Questa avanguardia raggruppò il lavoro di una dozzina di artisti italiani la cui caratteristica più distintiva era l’utilizzo (o meglio il riutilizzo) di materiali di uso comune. Questi potevano evocare un’epoca pre-industriale: come terra e rocce, carta e corda, ma anche capi d’abbigliamento.
Forte era il rifiuto per l’aspetto commerciale dell’arte e l’interesse per il dialogo tra opera d’arte e natura, in un’ottica di sostenibilità, riuso e riciclo, oggi incredibilmente attuale.
Minimalismo

Il Minimalismo è stata una tendenza artistica (o meglio una neoavanguardia) diffusasi in America intorno agli anni ’60.
Noto anche come Arte Riduttiva o ABC, questo movimento artistico si è occupato di indagare l’antiespressività, l’impersonalità, la freddezza emozionale, rifuggendo ogni enfasi sulla fisicità oggettiva dell’opera d’arte, usando una riduzione delle strutture elementari geometriche, si parla di “riduzione artistica” e di immagini con valenze anonime e impersonali. Un’arte per molti versi ancora molto attuale e apprezzabile.
Arte concettuale

Ancora oggi, ogni tanto, salta fuori la definizione di arte concettuale, ma forse molti tra quelli che la usano, in realtà non fanno altro che scomodarla e tirarla in causa, senza sapere bene cosa stanno dicendo.
La definizione di “concettuale” si può applicare e declinare con libertà, ma se si parla di arte concettuale si dovrebbe, per prima cosa, fare riferimento ad una precisa neoavanguardia, con la sua storia, le sue regole, la sua piena e precisa dignità. Questa corrente artistica, nata e diffusasi dopo il 1960, perseguiva una precisa ricerca, di ordine ideale e teoretico, si voleva mettere al primo posto il processo creativo, lo schema concettuale e compositivo dietro all’opera, come manufatto, che passava inevitabilmente in secondo piano.
Avanguardie artistiche PDF gratis da scaricare
Per chi desidera approfondire come e dove sono nate le diverse avanguardie e la loro estetica e ruolo, social e culturale, così come il rapporto con il postmodernismo, “la fine dell’arte”, l’autonomia e il mercato, si consiglia la lettura di questa interessante tesi di laurea in Pdf.
Il documento è utile, ad esempio, anche per mettere in relazione le avanguardie con il lavoro di noti artisti contemporanei, tra i più quotati e discussi, come Maurizio Cattelan, Damien Hirst e Jeff Koons.
Lorenzo Renzulli

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