L’Astrattismo è definibile come un movimento artistico, nato nei primi anni del XX secolo, in Europa e in particolare in Germania, ma che di li a poco fece la sua comparsa in varie zone, con varie tecniche e modalità e senza intenti comuni.
Il termine indica opere d’arte, sia pittoriche che plastiche che esulano dalla rappresentazione di soggetti reali, i modo più o meno realistico.
L’arte astratta è forse la più difficile da comprendere e apprezzare per il vasto pubblico ed è un vero peccato perché quest’arte sta alla poesia, come le opere realistiche stanno alla prosa.
Astrarre deriva dal latino abstrahere che significa separare, questa separazione di elementi porta ad un inevitabile allontanarsi da forme riconoscibili.
I pittori che creano composizioni astratte hanno una nuova e originale concezione di bello, che non guardava alla realtà, ma a colori, forme, luci, nel modo più puro ed elementare.
Tra i capostipiti di questa nuova generazione, in particolare di pittori, ci fu senza dubbio il russo, naturalizzato francese Vasilij Vasil’evič Kandinskij.
L’incredibile astrattismo di Kandisky ha poi ispirato nel tempo molti altri artisti e continua ancora oggi a farlo, visto che è assolutamente attuale.
Indice
L’astrattismo di Piet Mondrian
Pieter Cornelis Mondriaan, sicuramente più noto semplicemente come Mondrian (quello dei quadrati colorati), è stato un grande artista, fondatore con Theo van Doesburg del cosiddetto “neoplasticismo”.
Le sue opere sono molto famose, spesso imitate e banalizzate, ma dietro figure e colori molto semplici e facilmente replicabili, c’è una notevole complessità, spesso purtroppo incompresa.
Le opere mature di Mondrian sono frutto di una ricerca linguistica che iniziò nel 1910. L’artista, che all’epoca era appena trentenne, si avvicinò alla disciplina spirituale della Teosofia e in seguito a questo fu spinto a praticare una pittura diversa e ad essa più allineata.
Partendo, come d’altra parte in genere sempre avviene, da delle opere figurative (anche se con forti componenti simboliche) come nel caso di Evoluzione del 1910-1911.
Mondrian cercò guardando alle Avanguardie, esempi di un linguaggio nuovo ed evoluto.
Albero rosso è un buon esempio di opera vicina alle esperienze dei Fauves, mentre con il suo Albero grigio, ha abbandonato il colore per andare alla ricerca di una sintesi formale, anche attraverso la lezione del Cubismo.
L’abbandono della figurazione con una resa naturalistica avvenne definitivamente con Melo in fiore, mentre nella serie di disegni Ocean si può vedere il totale abbandono dell’uso tradizionale del colore.
Nel 1917 Mondrian fondò assieme ad altri artisti, la rivista De Stil e dipinse opere in cui è evidente una sempre più progressiva riduzione dei vari elementi.
Nel secondo dopoguerra giunse a dipingere Composizione con rosso, giallo e blu (quadro iconico e manifesto della sua arte matura) con i ben noti e ormai iconici reticoli ortogonali, spesse linee scure e campiture bidimensionali, riempite unicamente con colori primari.
L’astrattismo di Kazimir Malevič

Kazimir Severinovič Malevič è stato un pittore e urbanista di origini polacche, nato nell’allora Governatorato di Kiev. Fu indiscusso pioniere e tra i massimi esponenti dell’astrattismo geometrico.
Non tutte le opere astrette sono uguali e questo è evidente a chiunque, ma non si tratta neppure di accozzaglie casuali di elementi.
In alcune di queste opere la componente geometrica è particolarmente rigorosa e diventa protagonista, come nel caso di quelle di Malevič.
Malevič è stato uno dei principali artisti russi del XX secolo ed è considerato universalmente uno dei maggiori esponenti dell’avanguardia russa, nonché il più grande esponente del suprematismo (avanguardia da lui fondata nel 1913).
Ha attraversato un periodo storico di grandi trasformazioni e caratterizzato da non pochi sconvolgimenti (inclusa la Rivoluzione d’Ottobre).
Questi inevitabilmente hanno contribuito ad influenzare la sua arte e più in generale la sua visione del mondo.
Inventò un modo di fare e intendere l’arte che fosse del tutto staccato dal mondo naturale, poiché convinto che compito dell’arte non fosse quello di imitare la natura, ma di indagarne piuttosto l’essenza.
Per questo si parla di suprematismo, perché per Malevič, l’arte astratta era superiore a quella figurativa ritenuta “schiava della natura”. Per lui l’essenza dell’arte stessa era raggiungibile soltanto attraverso opere basate su forme e colori puri.
L’astrattismo di Robert Delaunay

Robert-Victor-Felix Delaunay è stato un pittore francese, nato a Parigi nel 1885, che mise al centro della sua ricerca la scomposizione e ricomposizione di oggetti attraverso il colore.
Inizio a lavorare come pittore di scene nel 1906 e fu fortemente influenzato dall’esperienza postimpressionista e quindi dalle ricerche su luce e colore.
Si avvicinò con le sue frequentazioni anche al cubismo, nel 1911-12, ma fu in particolare il lavoro di un chimico M. E. Chevreul a ispirarlo e aprirgli il mondo dei cosiddetti contrasti simultanei.
L’incontro con Apollinaire fu poi importante per dargli piena coscienza sulle sue intenzioni estetiche. Tra le due guerre dipinse opere prevalentemente astratte, ma di tanto in tanto con qualche riferimento figurativo.
Tra le sue opere più note e ancora oggi riprodotte c’è Relief-disques del 1936.
L’astrattismo di František Kupka

František Kupka è stato un pittore ceco, fra i maggiori esponenti della pittura astratta e dell’orfismo.
Le sue opere astratte, come spesso capita con i maggiori esponenti del movimento, nascono dal realismo, ma con il tempo sono frutto di un’evoluzione e un processo di sintesi, spesso estremo.
Kupka arriva all’astrazione dopo un lungo lavoro di ricerca. Assieme a Vasili Kandinsk e Piet Mondrian fu tra i pionieri dell’arte astratta in Europa.
Sviluppò le sue linee astratte in diversi modi: verticale, forme organiche e movimento lineare.
Dal 1908, le sue illustrazioni nella rivista “Prometheus” furono pretesto per una impegnata ricerca artistica: l’autore si interrogava sulla prospettiva, facendo molti studi sia nelle sue illustrazioni che anche nei suoi dipinti.
Il suo lavoro divenne sempre più astratto intorno al 1910-11, riflettendo le sue teorie sul movimento, il colore e il rapporto tra musica e pittura (l’orfismo).
I suoi personaggi diventarono gradualmente “confusi”, come in una fotografia sfocata o meglio “in movimento”. Da questo punto di vista si potrebbero vedere dei punti in comune anche con il cubismo.
Nel 1912 espose il suo Amorpha. Fugue à deux couleurs, al Salon des Indépendants nella stanza cubista, sebbene non volesse essere identificato con alcun movimento.
In un periodo storico dove la nuova arte del cinema aveva messo in discussione l’arte figurativa Kupka si interessò alle teorie scientifiche di Isaac Newton sui movimenti e le rotazioni dei corpi.
Dopo la guerra, riprende a lavorare su diversi dipinti rimasti incompiuti, continuò la sua ricerca sulla luce e il movimento e orientò il suo stile verso una pittura più figurativa.
Nel 1923 fu pubblicata la sua principale opera teorica: “La création dans l’art plastique”. Il testo, contemporaneo all’entrata di Kupka nell’astrazione, venne scritto tra il 1910 e il 1913.
Si tratta di una riflessione importante sulla natura dell’arte e in particolare sul progetto pittorico.
Nel 1931, aderì al gruppo Abstraction-Création, fondato l’anno precedente da Theo van Doesburg, e che includeva, fra gli altri nomi del calibro di Jean Arp, Piet Mondrian, Theo van Doesburg, Barbara Hepworth e Vasili Kandinsky.
Nel 1936, il suo lavoro fu incluso nella mostra Cubism and Abstract Art al Museum of Modern Art di New York e in un’importante mostra con un altro artista ceco, Alphonse Mucha, al Jeu de Paume di Parigi.
L’astrattismo di Paul Klee

Paul Klee è un nome molto noto, anche dal grande pubblico, che di arte contemporanea e di astrattismo sa in genere davvero poco.
Di padre tedesco e madre svizzera, Ernst Paul Klee, è stato tra le figure di spicco dell’arte del XX secolo.
Oltre ad occuparsi di pittura si interesso con ottimi esiti di musica e poesia.
Considerava l’arte un discorso sulla realtà e non una sua semplice riproduzione della stessa. Nelle sue opere astratte la realtà è spesso rarefatta, resa essenziale, talvolta ridotta a semplici linee o campiture colorate.
Interessante nelle sue composizioni è anche la scelta dei supporti, non solo la classica tela, ma carta di giornale, juta e cartoncini di ogni spessore.
Decisivo per il pittore fu un suo viaggio a Tunisi e ad Hammamet con Louis Moilliet e Macke, nel 1914. Da quel momento Klee affermò di essersi pienamente impadronito del colore e iniziò a prediligere nelle proprie opere le tonalità calde, tipiche di quell’area geografica. Scrisse nello stesso anno: “Questo è il momento più felice della mia vita….il colore e io siamo una cosa sola: sono pittore“. Nell’aprile del 1914 espose a Berlino insieme a Marc Chagall.
Dal 1917 cominciò ad esporre con sempre maggiore continuità e nello stesso anno una sua personale a Zurigo suscitò grande entusiasmo, in particolare tra i dadaisti.
Dopo aver prestato servizio per tre anni nell’esercito tedesco al fronte durante la prima guerra mondiale, venne definitivamente consacrato come artista a Monaco.
La sua mostra del 1919, lo fece finalmente conoscere al grande pubblico internazionale.
Il Vorticismo di Wyndham Lewis ed Ezra Pound

Forse non tutti concorderanno nel farlo rientrare nell’arte astratta, ma il movimento artistico britannico del vorticismo ne è indubbiamente un parente stretto.
Nata nel 1914 questa avanguardia ha preso elementi formali del cubismo e idee dal futurismo, si espresse in particolare con l’arte visiva, ma abbracciò anche la letteratura.
Il nome vorticismo, dato al movimento, fu suggerito dal poeta americano Ezra Pound che vedeva il vortice come “il punto di massima energia”, perfetta espressione del dinamismo tipico della vita moderna. Come è evidente la vicinanza con la visione futurista è forte.
Il vorticismo usava un approccio piuttosto aggressivo e spigoloso, celebrava senza mezze misure il movimento e si lasciava anche andare ad un mal celato autocompiacimento nei confronti della cultura e della società britannica contemporanea.
Questo movimento è molto interessante, poco noto in Italia ed ebbe nel complesso breve vita, anche per il sopraggiungere della prima guerra mondiale. Il suo impatto sull’arte e la cultura inglese su però notevole.
Figura centrale di questo movimento, oltre che suo teorizzatore e massimo esponente, fu Wyndham Lewis.
Lewis pubblicò anche la rivista Blast (di cui vennero stampati solo due numeri nel 1914 e nel 1915).
Gli artisti vorticisti esposero le loro opere in una sola mostra, nel 1915 alla Galleria Doré di Londra.
All’evento parteciparono anche David Bomberg e altri artisti non ufficialmente membri del movimento.
Astrattismo lirico e astrattismo geometrico
Ogni artista può avere la sua visione, il suo modo unico di esprimersi, che sfugge alle etichette.
Volendo però semplificare e riassumere, esistono due grandi categorie quando si parla di astrattismo. Quello lirico e quello geometrico, vediamo in cosa differiscono.
L’astrattismo geometrico fa uso della geometria e in genere di forme semplici, come ad esempio i quadrati di Mondrian, per ridurre gli elementi, semplificare, allontanarsi dal reale e avviare riflessioni e ricerche.
L’astrattismo lirico esprime liberamente ciò che un artista vuole comunicare, senza la rigidità delle forme geometriche, ma affidandosi a linee curve, macchie di colore ed elementi estremamente liberi e spesso del tutto casuali.
Entra in gioco in questo caso anche il gesto che va a produrre, una macchia o altro sul supporto e che per certi versi diviene più importante del risultato stesso.
L’astrattismo oggi
Le avanguardie storiche e i vari movimenti artisti dell’arte contemporanea in genere hanno una data di inizio e una di fine, che sono piuttosto precise.
In particolare in presenza di un manifesto e di importanti mostre ed eventi.
Nel caso dell’astrattismo, l’esperienza possiamo dire, in qualche modo continua ancora oggi o quantomeno influenza fortemente anche gli artisti contemporanei.
L’astrattismo, d’altra parte, ha avuto un effetto davvero dirompente sul modo di vedere e vivere l’arte. Dalla fine dell’Ottocento in poi sono tanti i movimenti e gli stili che si sono distanziati, in vario modo e misura dalla realtà. L’astrattismo l’ha fatto in modo particolarmente estremo.
Se in opere come quelle degli impressionisti, dei cubisti o dei surrealisti è evidente un cambiamento di rotta rispetto al passato e alla classica arte accademica, è tuttavia, in genere, ancora riconoscibile l’elemento naturale.
La componente umana resta presente, cosa che invece è del tutto irrintracciabile nelle opere pienamente astratte.
Ancora oggi, l’osservatore poco informato e formato, considera spesso l’astrattismo come sinonimo di un’arte contemporanea incomprensibile, di scarso valore e basata sostanzialmente sulla casualità.
In realtà, come abbiamo visto, anche se brevemente, i maggiori artisti astratti, sono arrivati a questo mezzo di espressione dopo lunghe ricerche e riflessioni.
Comunque provenendo quasi sempre da raffigurazioni realistiche.
Senza dubbio oggi, inutile negarlo, l’astrattismo può essere una scorciatoia per l’artista con poca tecnica, poco talento e poca voglia di lavorare e impegnarsi.
Ma per chi ha reali e pregevoli contenuti da proporre, l’astrazione può rappresentare una sfida stimolante. Un modo per dare massima libertà al proprio mondo interiore, che potrà esprimersi nel modo più creativo possibile.
Apprezzare o semplicemente capire l’arte astratta non è facile, richiede impegno e per questo tanti la banalizzano e la considerano alla stregua di scarabocchi infantili. Naturalmente le cose, se si ha voglia di approfondire un po’, stanno diversamente.
L’astrattismo spiegato ai bambini

Avvicinare i bambini all’arte è molto importante.
Oggi troppo spesso si considera l’arte come una materia di serie B, ma è invece fondamentale per avere una comprensione più profonda della storia, della filosofia e di varie altre discipline.
Inoltre è fondamentale per formare al concetto di bellezza.
Si potrebbe pensare che l’arte astratta si qualcosa di troppo complicato per i bambini, ma in realtà non è affatto così.
Naturalmente bisognerà comunicare con loro con il giusto linguaggio.
Va detto poi che i bambini non hanno, in fatto di arte e non solo, gli stessi pregiudizi degli adulti.
Quindi davanti ad un’opera d’arte astratta non storceranno mai il naso come magari farebbero i loro genitori.
L’arte astratta può essere spiegata ai più piccoli partendo da colori, forme e naturalmente dalle emozioni che trasmette. Può stimolare la discussione su forme, colori e linee, concetti che i bambini conoscono e sperimentano nella loro quotidianità, disegnando.
Lorenzo Renzulli

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